Battipaglia, ancora una speranza per Fos: «C’è un’offerta di acquisto»

Nel giorno della chiusura annunciata il ministro chiede una proroga di 3 mesi. Urso: serve tempo per verificare le condizioni, vogliamo salvare un’eccellenza italiana

I lavoratori davanti al Comune di Battipaglia
I lavoratori davanti al Comune di Battipaglia
Mercoledì 1 Maggio 2024, 07:00
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Inaspettata perché ormai le speranze sembravano essersi infrante contro un muro di gomma e un silenzio - quello dell’azienda - davanti al quale i lavoratori hanno sentito crescere, per lunghe ed estenuanti settimane, rabbia e disperazione. Entusiasmante perché quella che potrebbe essere la svolta della vertenza Prysmian Fos è arrivata ieri, alla viglia della Festa del lavoro, nel giorno esatto, individuato dalla multinazionale, per lo “spegnimento” dello stabilimento battipagliese che impiega 300 addetti e, attraverso l’indotto, dà lavoro ad altrettante maestranze. Ad annunciare l’entrata in scena di un compratore è indirettamente il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha chiesto all’azienda una proroga, di almeno tre mesi, delle attività dello stabilimento salernitano con l’obiettivo di creare le giuste condizioni perché la trattativa vada in porto salvando una grande eccellenza italiana e centinaia di posti di lavoro.

Il ministro Urso, che nelle scorse settimane aveva inviato un’accorata lettera ai dipendenti Fos ribadendo l’assoluta vicinanza e l’impegno del governo per una positiva conclusione della vertenza, ieri ha indirizzato una missiva alla multinazionale a seguito della presentazione di «un’offerta non vincolante pervenuta a Prysmian per il sito di Battipaglia» chiedendo all’azienda «disponibilità a prorogare ulteriormente le attività presso lo stabilimento Fos di Battipaglia almeno per altri tre mesi, al fine di poter approfondire gli aspetti tecnico economici dell’operazione con i proponenti e arrivare a una soluzione che sia la base per il definitivo rilancio del sito». Un’attività che si inserisce nel solco dell’opera di diplomazia e sensibilizzazione portata avanti dal Mimit «per monitorare l’eventuale interesse di altri soggetti industriali». Interesse che è nato a seguito di un’importante modifica all’attuale normativa dell’Agcom rimettendo, di fatto, in pista la Fos e rendendo il sito appetibile ed il business più che sostenibile per soggetti eventualmente interessati a rilevare e rilanciare l’impianto di Battipaglia.

Urso ha infatti lavorato per il rinnovamento del quadro regolamentare, un processo all’esito del quale l’Agcom ha finalmente individuato gli standard tecnici per i cavi in fibra ottica a cui devono attenersi gli aggiudicatari dei bandi per la realizzazione dell’infrastruttura di rete, così da assicurare adeguati livelli qualitativi e prestazioni elevate di connettività. In sostanza l’authority ha recepito la necessità, messa in luce dal Mimit, di elevare gli standard tecnici della fibra ottica da utilizzare. Svolta fondamentale che rappresenta una risposta alla «mancanza di commesse» con cui Prysmian annunciava, mesi fa, la chiusura del sito salernitano. In sostanza: la fibra necessaria in Italia può produrla Fos. Più che una rassicurazione sul fronte della sussistenza del business. Il testo relativo alla regola tecnica è attualmente in fase di notifica alla Commissione Europea per le valutazioni di competenza. «Tutto questo dimostra ancora una volta l’impegno costante e continuo del ministero nel favorire tutte le possibili condizioni che portino ad una soluzione stabile e duratura che garantisca un pieno rilancio della produzione a Battipaglia. Questa azienda, che ha un elevato patrimonio tecnologico e di competenze, deve continuare a competere a livello globale», ha commentato Urso.

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Ora l’attenzione è rivolta al possibile compratore sulla cui identità vige massimo riserbo. Ma l’interesse per rilevare Fos sarebbe «molto concreto». La speranza della rinascita per i lavoratori Fos arriva oggi, in una giornata significativa, dopo mesi di ansie e preoccupazioni che rischiano di evolvere in una crisi sociale che, si spera, sia presto scongiurata.

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