I numeri
Gli ultimi dati Istat (2019) ci consegnano l’immagine di un Paese vecchio e stanco, incapace di guardare avanti. I nuovi nati sono stati il 4,5% in meno rispetto all’anno precedente (-19mila). Per ogni 100 residenti morti, ci sono appena 67 neonati, il dato più basso dal 1918. Se si aggiungono ai 212 mila italiani in meno sui registri anagrafici (il saldo tra i 647mila morti e i 435mila nati del 2019) i 120 mila residenti che hanno scelto definitivamente l’estero, ecco che mancano all’appello 332 mila persone. Più o meno la città di Bari. La prima conseguenza è che si andrà sempre più riducendo il numero dei cittadini in età da lavoro: entro il 2050 saranno la metà, mentre agli inizi degli anni ‘80 erano il 70%. Già l’Italia spende oggi per le pensioni più del doppio della media Ocse. Che succederà tra pochi anni? Nel 2021 la pubblica amministrazione avrà più pensionati che dipendenti. Una situazione insostenibile per le casse dello Stato: non ci saranno soldi per la previdenza, la sanità, la scuola e la difesa. Siamo messi malissimo e non si vedono schiarite. Tanto più che l’invecchiamento della popolazione e il crollo demografico frenano la crescita e sono un’ipoteca sulla possibilità di uscire dalla crisi.Le proposte
Come tornare a sperare in qualche segno più? La sfida delle sfide.Il Recovery Fund è l’ultima occasione per fermare la crisi delle culle e restituire futuro al Paese. «Per invertire il trend serviranno anni e un insieme di interventi che toccano il sistema fiscale, il mercato del lavoro, le politiche per la famiglia, le scuole, le politiche per la casa», suggerisce “Next Generation Italia”, lo studio dell’Associazione Minima Moralia su come utilizzare i soldi che arrivano dall’Europa. Al momento il tasso di natalità in Italia è 1,2, uno dei più bassi al mondo, e ben lontano dalla soglia di 2,1 figli per donna, al di sotto della quale comincia il declino. Nel Paese “mammone”, insomma, ci sono sempre meno mamme e bebè. Le ragioni sono tante: incertezza economica, difficoltà per le donne di conciliare lavoro e famiglia, pochi servizi per la prima infanzia, basso tasso di occupazione femminile. Il taglio delle tasse potrebbe permettere alle famiglie più giovani di prendere fiato e poter crescere.