Benevento, trasloco scuole: la Provincia lavora al piano anti-disagi

La Rocca tenta una mediazione per evitare nuove accuse dai dirigenti

L’ingresso all’istituto superiore «Alberti»
L’ingresso all’istituto superiore «Alberti»
di Paolo Bocchino
Venerdì 17 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:24
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Uno spezzatino per superare i mal di pancia delle scuole, sperando che non risulti indigesto anche questo. La Provincia gioca la carta della spalmatura dei disagi per venire a capo dei disagi derivanti dal trasferimento degli studenti dei plessi interessati dai lavori di ricostruzione e riqualificazione.

Dopo le accese polemiche dei giorni scorsi che hanno fatto registrare le prese di posizione senza peli sulla lingua dei vertici dell’Alberti e del Galilei, l’incontro svoltosi ieri pomeriggio negli uffici provinciali di largo Carducci segna un parziale disgelo che dovrà però trovare conferma in atti e impegni definitivi nei prossimi giorni. Le scuole hanno inoltre la possibilità di dire la propria sul riassetto, ma hanno soltanto 72 ore per formulare controproposte: il tempo per l’avvio - completamento dei cantieri stringe, e lunedì è già in calendario un nuovo summit nella sala Biscardi della Provincia.

Sono quattro gli scenari prospettati dal dirigente del settore edilizia scolastica della Rocca Salvatore Minicozzi, insieme al numero uno del settore finanziario Nicola Boccalone e al consigliere delegato Carmine Agostinelli, ai dirigenti scolastici del “Galilei-Vetrone” Giovanni Marro, dell’ “Alberti” Silvia Vinciguerra, e ai docenti Bosco e Sguera referenti del liceo classico “Giannone”, presenti in vece della dirigente Teresa De Vito.

Due, in realtà, sono le medesime opzioni già prefigurate in precedenza e risultate non gradite agli istituti coinvolti.

Ovvero: delocalizzazione in blocco del “Galilei-Vetrone” nel plesso di nuova edificazione realizzato nell’area dell’Agrario di Piano Cappelle, con il polo didattico Calandra da assegnare alternativamente al Giannone o all’Alberti. Qualora si scegliesse di trasferire integralmente in via Calandra le 36 aule del Giannone, scuola che dovrà avviare e concludere i lavori per prima, l’Alberti dovrà dividersi tra la succursale di via dei Mulini e l’ala di presidenza non soggetta ad abbattimento del Galilei. Ipotesi che avevano scontentato di fatto in coro i tre istituti di piazza Risorgimento, che non avevano fatto mistero dei malumori. Di qui le due nuove opzioni stilate dai tecnici della Rocca per provare a superare lo stallo.

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Lo scenario 3 prevede che l’Alberti vada a occupare le 24 aule lasciate libere dal trasferimento del Galilei a Piano Cappelle, nonché le 5 della succursale di via dei Mulini storicamente frequentate dagli alunni dell’istituto diretto da Vinciguerra. La novità consisterebbe nell’assegnare all’Alberti anche 6 aule della parte bassa del Calandra, negli spazi un tempo occupati dalla mensa dell’Unisannio, sui quali andranno eseguiti lavori di adeguamento. La parte alta del Calandra toccherebbe invece al Giannone che si prenderebbe per intero le 30 aule dei locali accademici ex Ingegneria, più 6 della parte mensa. Una soluzione che, però, non supererebbe le difficoltà prospettate nei giorni scorsi dall’Alberti, che anzi verrebbe ulteriormente spezzettato in tre destinazioni per poi, verosimilmente, accollarsi un nuovo trasloco quando saranno terminati i lavori del Giannone. Equilibri che muterebbero sensibilmente, invece, con lo scenario numero 4 immaginato dalla Rocca. In quest’ultimo caso, nella parte alta del polo didattico Calandra (ex dipartimento Ingegneria di Unisannio) andrebbe l’Alberti, che occuperebbe inoltre le 5 classi della succursale di via dei Mulini. Il Giannone dovrebbe invece accasarsi per i due terzi (24 aule) nella porzione superstite del Galilei, e per il restante terzo (12 classi) nella parte bassa del Calandra (ex mensa universitaria).

La situazione

Opzioni che non cambierebbero la vita in ogni caso al Galilei, costretto a trasferirsi a Piano Cappelle in tutti e quattro i casi. Ma dopo la netta denuncia delle scorse ore, l’istituto diretto da Giovanni Marro è già al lavoro per presentare una controproposta: «La definiremo nelle prossime ore in vista del nuovo tavolo di lunedì - spiega il dirigente -. Noi vogliamo compartecipare alla individuazione di una soluzione che possa arrecare a tutte le scuole meno disagi possibile. Ma ci auguriamo che analoga sensibilità la mostrino gli altri e che si facciano carico del problema numero uno connesso al trasferimento a Piano Cappelle, quello dei trasporti. Riteniamo possano esserci soluzioni che contemperino le esigenze un po’ di tutti. Noi la formuleremo insieme ai nostri docenti tecnici. La stella polare, a nostro avviso, resta il criterio della durata dei lavori: la soluzione più stabile e meno problematica va data alle scuole che dovranno accollarsi con ogni probabilità due anni fuori sede, ovvero il Galilei e l’Alberti».

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