L’assemblea dei sindaci della Città dell’Alta Irpinia - guidata dalla presidente Rosanna Repole - si dà una nuova organizzazione. Definita nell’ultimo incontro, che si è svolto nella sede della Comunità Montana Alta Irpinia a Calitri, la governance per il futuro. Il Comune capofila resterà Aquilonia mentre la sede operativa dell’ufficio unico, questa la novità, viene fissata a Lioni.
Tra i temi affrontati, presenti ventuno fasce tricolore su venticinque, si è poi stabilito che il comitato di coordinamento sarà composto da tredici membri.
«Un punto centrale – si legge nel documento - sarà la creazione di una nuova economia del turismo, con il potenziamento del sistema ricettivo e l’intenzione di mettere in campo proposte orientate alla crescita di professionalità nel settore. Si prevede - si legge ancora nella nota diffusa dagli amministratori - di destinare risorse che incentivino un modello incentrato sull'enogastronomia e sulle produzioni di qualità. In questo contesto si è stabilito di incentivare la diversificazione e l'innovazione delle economie agricole, promuovendo investimenti mirati che coinvolgano l'intera comunità». I tempi naturalmente non saranno immediati, ma sul fronte turismo qualcosa dovrebbe concretizzarsi già a breve con l’apertura del polo museale pensato anni fa. Tra gli esempi principali che incrociano vecchia e nuova programmazione, il Museo Diocesano di Nusco e l’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi. Il territorio attende risposte sulla sanità e sui servizi, sul patrimonio naturalistico e sulle piattaforme per attrarre investimenti privati. Condivise e confermate le intenzioni emerse nel precedente convegno di Caposele, che ha visto coinvolte le sette Aree Interne della Campania, insieme alle Autorità di Gestione regionali dei Fondi europei. C’è la necessità di concentrarsi sulla progettazione, considerando che i criteri di ripartizione delle risorse per le aree interne includono una premialità legata alla tempestività nella realizzazione degli interventi. In particolare: il 50% delle risorse viene distribuito in parti uguali per le 7 aree interne della Campania, il 30% in base alla popolazione, all'indice di decremento della stessa e all'estensione del territorio, mentre il restante 20% è oggetto di un riconoscimento legato alla velocità di realizzazione e di spesa sui territori.